venerdì 23 luglio 2010

E' tempo di ringraziamenti

Il viaggio di nozze si è concluso, siamo stati benissimo ce la siamo goduta alla grande!

Un ringraziamento a tutti voi che avete contribuito a rendere possibile e concreta questa favola, che abbiate o meno partecipato alla nostra bella festa di nozze.

Ci auguriamo di cuore che siate stati coinvolti almeno un pochino nel nostro viaggio tramite questo blog e ci scusiamo se non siamo riusciti a tenerlo aggiornato con costanza e con la giusta frequenza. I ritardi in parte sono da imputare alla difficoltà di trovare una connessione internet, in parte alla stanchezza che ci attanagliava la sera e ci rendeva impossibile lavorare al pc per il tempo necessario per l'upload.

Grazie ancora a tutti e sappiate che non è finita qui, non vorrete scappare così presto, sappiate che già da oggi accettiamo prenotazioni per la visione di foto e video con commento del regista in viva voce!

GRAZIE

EMILIO & SARA

20.07 - Back to Los Angeles



Il tragitto è breve, meno di due ore di strada...
Arriviamo a L.A. all'ora di pranzo, prendiamo la stanza e ripartiamo per vedere un po' la città. Vediamo le zone più prossime all'hotel e che c'erano piaciute di più. Ovviamente, partendo da sunset boulevard, la "capatina" a Rodeo Drive ci scappa, riusciamo anche a vedere e fotografare la scritta Hollywood che in 4 giorni non c'era riuscito a causa della nebbia bassa e fitta.

La sera, per chiudere così com'era cominciato, ce ne andiamo a Santa Monica a papparci una bella aragosta!

Domani si rientra... che palle!


17.07 - 20.07 San Diego


La città è molto piccola, la giriamo a piedi in poche ore, molto carino il Seaport village e la Marina, con le navi del museo, la portaerei ed un paio di sottomarini.

Little Italy è imbarazzante, la old town, la parte "messicana" è molto caratteristica.
La cosa strana è che finiti i bagordi post partita, s'è svuotata e non c'era più nessuno, tendeva a rivitalizzarsi solo la sera nelle vie dei locali.

Ah, dimenticavamo di sottolineare che il meteo, ovviamente, è statop caratterizzato da temperature miti se non fredde ed una perenne nebbiolina che nascondeva il sole! Meno male che siamo al confine col Messico!

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17.07 - Da Las Vegas a San Diego



La strada anche qui non è che meriti particolari menzioni, attraversiamo il deserto ed in quasi 5 ore siamo a San Diego.
L'hotel è bello, ci danno un 19esimo piano con vista, è affianco allo stadio di baseball e stasera giocano i Padres di San Diego. C'è un casino inimmaginabile ed ecco il perchè!

Ci sistemiamo ed usciamo, la città è stracolma di gente, temo solo per la partita.

Un giro veloce e finiamo per optare per un ristorante messicano, mangiamo al bancone, tutto molto buono e divertente, d'altronde il messico è ad un tiro di schioppo!

16.07 - Da Grand Canyon a Las Vegas


La strada è alquanto noiosa e soprattutto caldissima!

Arriviamo stanchi al Venetian scarichiamo, sciacquatina e si parte, la notte a Vegas è lunga!

Il Venetian è incredibile, tra le ricostruzione è la meglio riuscita. Pur rimanendo di un kitsch pazzesco, in certi punti sembra davvero di passeggiare per le calli... non me ne voglia Toni per questa bestemmia!

L'esterno, se non fosse per l'errato posizionamento dei vari edifici sembra un incrocio fra la vera Venezia ed un Minimundus, di quelli che si trovano in entro Europa...

A questo punto, entriamo e facciamo la via dello shopping e dei ristoranti, lungo il Grand Canal (mi ricorda qualcosa...) coi ponti che saltellano di qua e di la e le gondole con tanto di gondolieri a strisce che per solo 16 dollari cadauno ti fanno fare il giro.

Ovviamente ci siamo rifiutati, sopratutto dopo aver scoperto il trucco! Ebbene si, notavo che questi gondolieri remavano poco e andavano a velocità "discreta"... o meglio, alla spinta non corrispondeva la velocità... ecco il trucco, sott'acqua noto una piccola elica che ruota... molto silenziosa... propulsione elettrica o nucleare come in Caccia ad Ottobre Rosso? Elettrica senza dubbio!

Possiamo a questo punto salire su una finta gondola elettrica con un finto gondoliere che canta 'o sole mio? Non vomito nel canale perchè riesco a distogliere lo sguardo in tempo!

Usciamo per "respirare" ai secchi 38 gradi e passiamo in rassegna il Mirage ed il Treasure Island. Siamo in orario per vedere lo spettacolo dei Pirati. Un vero e proprio mini musical con tanto di effetti incredibili, dai fuochi agli schizzi d'acqua, dagli alberi delle navi che si spezzano al galeone dei pirati che affonda! So popo forti 'sti ammmericani!

Torniamo a Venezia, questa volta per cominciare la notte di gioco, spuntino veloce e via ai tavoli... il bilancio non lo saprete mai! Privacy please!

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15.07 - Grand Canyon

Rapido risveglio nel lodge, corriamo a far colazione... la zona food del lodge fa schifo, va bene, domani rimedieremo, per oggi va così...

Ci incamminiamo sul bordo del canyon lungo il sentiero e facciamo circa metà del percorso a piedi (8km totali) dopo capitoliamo e prendiamo il bus che porta al punto di ristoro. Coca, tramezzino e bus per rientrare.
Presa l'auto, ci dirigiamo a nord per vedere altri scorci di canyon.
Ci mettiamo poco a capire che la camminata di stamattina non è valsa la pena... questa parte è più bella e sopratutto più comoda!

Arriviamo alla fine del parco facendo tutte le soste e nel rientrare incontriamo anche le renne, belle ed enormi, con le corna ricoperte di una specie di vellutino... scatta la foto di rito!

Riprendiamo la strada ma inizia a tramontare il sole e... non vorremmo mica farci sfuggire qualche scatto?

Il tramonto, seppur velato da qualche nube, svela il Grand Canyon in tutta la sua grandezza e nei sui colori sui toni del rosso. E' molto bello e suggestivo.

A questo punto, rientrare per cena in quel pessimo locale non ci fa impazzire, finiamo così nel ristorante del Lodge più costoso ed effettivamente non tradisce le aspettative, ne di qualità, ne di servizio, ne di conto finale!

Ora a nanna che domani si torna a Vegas!

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14.07 - Da Monument Valley a Grand Canyon


Lasciamo Kayenta di buon ora per intraprendere quella che sarà la tappa più lunga e con più posti da vedere.

Fa caldo ma sopportabile ed i circa un ora siamo in posto che la guida suggeriva di vedere. Si tratta di un vecchio trading post, con annessa casa del commerciante ricca di oggetti provenienti da luoghi lontani. Bello, forse un po' noioso, ma interessante.

Ripartiamo e stavolta si tira dritti verso sud, destinazione Paint Desert e Foresta Pietrificata.
Arriviamo, sosta tattica ed io ne approfitto per un doppio cheeseburger con dentro di tutto, mentre sara si guarda i pezzetti di legno pietrificato dello shop.
Entriamo pagando come al solito il "pedaggio" al ranger e cominciamo con le soste nel parco. Purtroppo il sole è velato e probabilmente smorza i colori della terra che rimangono comunque sorprendenti per le sfumature e le tonalità.



Superato il "painted desert", sempre nello stesso parco si arriva alla Foresta pietrificata. I tronchi sono di dimensioni varie, piccoli e grandi, ancora piantati a terra o caduti e spezzati in blocchi. Ciascuno con con i lucenti colori della pietra dal nero al rosso, dal grigio al celeste, secondo i minerali che lo hanno impregnato.
Finito il giro del parco, la sosta allo shop per acquistare la sezione di un tronco d'albero pietrificato viene effettuata secondo il rito di ogni buon viaggiatore.

Ci spingiamo verso Holbrook, cittadina tagliata dalla mitica Route 66, purtroppo, sono passate le 17 o 5 pm che dir si voglia ed i negozietti che vendono la qualunque a tema Route 66 sono chiusi... forse meglio così, portarsi in aereo un cartello stradale sarebbe stato complicato!

Proseguiamo verso la prossima meta, il cratere della meteora, un "buco" profondo oltre 200m e largo 1,2km formato dall'impatto di un meteorite 50.000 anni fa.



L'effetto che fa dal ciglio del cratere è impressionante e per dare un'idea delle dimensioni, sul fondo c'è il cartonato di un astronauta di un metro e novanta e bandierone americano 6x3... se non ci fosse stato scritto, non li avremmo mai visti! Nemmeno il 135mm della Nikon li rende decentemente visibili... è veramente enorme!

La passeggiata sul ciglio del cratere si conclude con un museo ed un'esposizione che spiegano come, quando e perchè dell'evento che ha originato il "buco".

Riprendiamo la strada e tra foreste, deserti e buchi, anche quello nello stomaco s'è allargato... raggiungiamo (a fatica, tra stanchezza e fame) Winslow un'altra cittadina sulla Route 66 dove ci sono diversi locali mangerecci. Quello che indicava la guida è già chiuso, ma sono appena le 21!
Girelliamo un po' per quei negozietti monotematici che ad Holbrook erano chiusi (senza acquistare cartelli stradali) e troviamo un locale dove si mangia e c'è un cantante folk (molto folk!) che suona passando dai Beatles a Springsteen a cantanti noti solo ai bifolchi locali!
Mangiamo l'ennesimo burger, senza birra perchè devo guidare... e non c'è nulla di peggio che addentare un perfetto paninazzo, con sottofondo folk, sulla Route 66 senza bere nemmeno una birra... e vedere sul tavolo dei vicini una schiumosa e freddissima caraffa da 3 litri di Budweiser!



Dato che "s'è fatta 'na certa", va bene che la strada per il Grand Canyon è ora tutta dritta, e quando dico dritta non intendo senza deviazioni, ma senza manco 'na curva, decidiamo quindi di incamminarci e raggiungeremo l'hotel alle 23 passate.

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sabato 17 luglio 2010

13.07 - Da Bryce Canyon a Monument Valley



Beh, lasciare il Bryce è dura, ma alla fine è piccino, l'abbiamo visto e stra-fotografato e quello che ci aspetta è veramente da applauso!

Partiamo non proprio di buon ora ma lungo il tragitto non abbiamo molte soste da fare, perlomeno sulla carta...

A circa metà strada raggiungiamo il Lake Powell, un bellissimo lago artificiale formato dalle acque del fiume Colorado e che accosta dei meravigliosi colori rossi della terra ad un azzurro intenso dell'acqua.

La meta è tra le più ambite dagli americani per trascorrere le vacanze sulle House Boat, delle barche che in realtà sono delle case galleggianti, brutte e squadrate, con le quali navigano tra le coste scoscese del canyon allagato.



La stravaganza è che su strada, in un paesaggio tra il montuoso ed il desertico, incontri enormi pick up dalle cilindrate inimmaginabili, che al garrese misurano oltre i due metri che trainano scafi di ogni genere... e finché non vedi il lago, non capisci che diavolo ci facciano tra le rocce quelle barche!

Breve sosta al Powell anche perchè la tempesta di vento e pioggia che abbiamo attraversato qualche miglio fa, sta arrivando inesorabilmente...

Riprendiamo la strada diretti, senza soste fino a Kayenta. Qui alloggiamo all'Holiday Inn, prendiamo la stanza e via verso il meraviglioso teatro della Monument Valley.

Entriamo nel parco già il panorama è di quelli che tolgono il fiato, il set dei migliori film western e non è sotto i nostri occhi... da ombre rosse a mission impossible... e ci tuffiamo nella strada sterrata che fa tutto il giro dei "monumenti".

La strada è discretamente impervia nel primo tratto ma temerari turisti mettono alla prova le loro berline a nolo... noi con la Caddy andiamo lisci, se non fosse per il polverone che alzano le auto che passano, soprattutto i fuoristrada dei Navajo locali che conoscono la strada e vanno a manetta... senza il classico grido di guerra indiano... ma quelli erano gli apache...

Torniamo al nostro giro che dura due ore di terra rossa e panorami incredibili, immersi in un silenzio irreale, con lo sguardo che se lascia i monumenti può spaziare praticamente all'infinito!

Certo, con tutta questa terra rossa, una bella birra... ma nada... nelle riserve indiane NON SI VENDONO BEVANDE ALCOLICHE!

Riemergiamo dallo sterrato verso le 19.30, il tramonto si avvicina e mentre Sara si guarda lo shop dei souvenir, mi precipito a prenotare un tavolo con vista sullo spettacolo per il tramonto. La cena sarà ottima, tutti piatti tipici Navajo e lo scenario, beh, difficile da raccontare, c'abbiamo provato con qualche foto che non riesce sicuramente a trasmetterne per intero la magia.



Rientramo che fa quasi buio e quei mastodontici monumenti di pietra rossa, che prima erano rossi, ora sono delle macchie scure nella penombra.

Domani si parte per il Grand Canyon...

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12.07 - Da Las Vegas a Bryce Canyon

La strada non è delle migliori, paesaggisticamente parlando... soprattutto per la prima ora e mezza di strada, poi comincia ad inerpicarsi per le montagne ed acquista fascino: l'attraversamento di una parte dello Zion Park, del Red Canyon (Red ovviamente per il rosso della roccia) ed infine l'arrivo al Bryce Canyon.

Prendiamo la stanza nel Ruby's Inn, molto folk e ci fiondiamo a vedere il canyon.

Paghiamo al "casello" nelle mani del Ranger che ci da le indicazioni: per vederlo tutto, facendo le soste con l'auto ed al massimo quattro passi a piedi, basta un ora e mezza. Ce la facciamo tranquillamente.
Su suggerimento del Ranger, arriviamo a fine canyon senza sosta per poi risalire e fare le varie fermate.

Inizia così una processione di paesaggi mozzafiato, colori incredibili per delle rocce, forme e dimensioni pazzesche... insomma, veramente bello!

L'ultima sosta è la più faticosa, Sara decide che è il caso di scendere un po' sul sentiero... scendere ok, che problema c'è? Ma poi, bisogna anche risalire!
Fortuna che il mio ostruzionismo in discesa, rende la successiva salita fattibile, se ci fossimo affidati alla sua curiosità, saremmo risaliti a dorso di mulo... ammeso di trovarne uno da queste parti!

Rientro in hotel, cena al ristorante non monopolista ma quasi ed io finalmente riesco a mettermi in pancia un ottimo piatto di costolette di maiale con salsetta texana... una squisitezza!

Domani si parte per la Monument Valley... altra bella tirata da 4 ore e passa di macchina... ma ormai siamo abituati!

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martedì 13 luglio 2010

11.07 - Las Vegas

Variazione sul tema, cambio di programma, chiamiamolo come volete, la morale è: si rimane a Vegas anzichè partire per Bryce...

La scusa ufficiale è il raffreddore di Sara, che in realtà è fortissimo, ma in fondo in fonfo le luci di Las Vegas di ieri non ci sono bastate!

Il caso ha voluto, che avessimo due notti al Bellagio prenotate al prezzo di una, comportamento tipico nel weekend quando gli hotel di Las Vegas tendono con queste offerte ad invogliare il turismo che paga "poco" l'hotel e poi lascia la biancheria intima al tavolo d gioco...

Comunicato il ritardo al Bryce, partiamo per la giornata in giro per la città... in auto stavolta!

Si comincia dall'Excalibur, una via di mezzo tra il castello di Disneyland ed il castello di Camelot, tutto medievale... carino? Particolare? Orrendo? mah, non saprei definirlo.

Passiamo poi al Luxor, in terra d'Egitto, l'hotel è una enorme piramide di cristallo con alla sommità un potentissimo faro che spara in alto e si narra sia visibile dallo spazio.
La ricostruzione dell'Egitto, sembra riuscita meglio dell'antica Roma...

Usciamo con l'auto ed attraversiamo la Strip per andare all'MGM.
E' sconfinato, ci perdiamo almeno tre volte... alla fine lo attraversiamo, vediamo lo zoo interno con i leoni (simbolo della MGM) ed usciamo a piedi sulla Strip per vedere i negozi della MnM's e della Coca Cola, entrambi pazzeschi per la quantità di merchandising che contengono. Che veramente di tutto!

Rientriamo all'MGM e lo riattraversiamo tutto... stavolta senza sbagliare finchè riprendiamo l'auto e ce ne andiamo al famoso Fashion Show Mall. Beh, credeteci, di centri commerciali ne abbiamo visti, ma sconfinato come questo... mai! E' veramente imbarazzante, non tanto per la quantità di negozi, quanto per gli spazi a disposizione!

Finiti i giochi, rientriamo al Bellagio per una seratina tra i tavoli!

E domani, se ci svegliamo, si parte per il Bryce Canyon!

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10.07 - Da Death Valley a Las Vegas

Ci alziamo di buon ora ed alle 8 siamo già on the road. Sfruttando le ore "fresche" ovvero sotto i 110°F andiamo a Bad Water, il punto più basso del continente americano, circa -85 m. sotto il livello del mare!
Il caldo, ovviamente è pazzesco, il sole cocente aggravato dalla distesa di sale bianco su cui camminiamo per vedere il terreno spaccato!



Breve passeggiata (mezzora!) sul sale, seguita da lunghissima bevuta di acqua appena messo piede in auto!

Ripartiamo, mancano Zabriskie Point, noto per l'omonimo film di Antonioni degli anni '60 e Dante's Peak, il cucuzzolo da cui si può ammirare la vallata nel suo intero.

Tornando da Bad Water, giriamo su una strada a ferro di cavallo detta Artist Drive, dove la terra assume dei colori incredibili per via dei vari minerali e sembra la paletta di un pittore! Pazzesco, sia il colore che il calore!



Riprendiamo la via e Zabriskie Point passa molto in fretta, bello, ma il caldo aumenta.



Saliamo a Dante's Peak, in quota, la temperatura scende sotto i 100°F, sembra quasi che faccia fresco! Situazione irreale!

La vallata da qui è sensazionale, facciamo foto e video e riscendiamo, prossima tappa Las Vegas.



L'autostrada corre nel deserto, siamo passati in Nevada, finalmente, i limiti salgono a 70 mph... più strada in meno tempo...

E' fantastico come ad un tratto, dopo aver attraversato deserti e montagne, paesi in cui si deve rieleggere lo sceriffo, autostrade nel nulla, ad un tratto, dietro ad una curva: i grattacieli!

E' Las Vegas...



Arriviamo al Bellagio, parcheggiamo, scarichiamo. Check In e saliamo in camera, al 21° piano con vista non sulla Strip, purtroppo, ma sulle piscine dell'Hotel che sono bellissime.
La camera neanche a dirlo è da mille ed una notte, con un bagno immenso, e tutta vetrata.

Scendiamo in breve tempo e cominciamo a vedere il Casinò. Ci affacciamo al balcone centrale e proprio in quel momento partono le fontane. Lo spettacolo è bellissimo, fanno dei getti altissimi e si muovono a ritmo di musica.

Lasciamo il Bellagio, dove risediamo, per visitare il vicino Caesar Palace, un tuffo nella Roma imperiale, riveduta e corretta nella migliore tradizione del kitch americano.
Errori madornali nelle ricostruzioni, statue totalmente inventate, ma nell'insieme coerenti. Arriviamo a Fontana di Trevi ed il disgusto monta, ma basta una pepsi per buttarlo giù.

Lasciamo il Caesar Palace, ripassando per il Bellagio, ci avviamo con il treno interno agli hotel verso il Montecarlo, nulla di strabiliante, passiamo attraverso, il nostro obiettivo è New York, New York.

Entriamo sul ponte di Brooklin (dimensione 1:5) poi passiamo sotto la Statua della Libertà, tutto all'ombra di una fitta rappresentanza di palazzi: ci sono L'Empire ed il Chrysler immediatamente riconoscibili ed un rollercoaster che fa le sue evoluzioni in mezzo.

Dentro, superato il casinò, si arriva in pieno Greenwich Village, una ricostruzione stranamente ben fatta, sembra veramente di essere li! Mancano solo i macchinoni che scaricano ragazzi nei locali...

Purtroppo Sara s'è beccata un raffreddore nella Death valley che ci obbliga ad andare a dormire...

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09.07 - Da Yosemite a Death Valley





Lasciamo, da tabella di marcia, l'hotel alle 10.30/11 in modo da arrivare "all'inferno" sul calar del sole.
Prima tappa il Tioga Pass, un passo di montagna che ci porterà ad oltre 3200m di quota, dal quale poi scenderemo fino alla zona depressa della Valle della Morte.
La strada sale, sale e poi ancora sale. Quota 9000 ft. è superata di slancio e come per magia, appare la neve!
Nevi perenni in mezzo al bosco tra cui si snodano infiniti ruscelletti che di tanto in tanto formano piccoli laghetti di montagna.



Si sale ancora ed ad un certo punto si appiattisce tutto. Siamo su un altipiano, vetta del passo, dove c'è un market ed una sorta di fast food. Acquistiamo una borsa frigo brandizzata Yosemite che non sarà solo un souvenir ma fondamentale per mantenere l'acqua bevibile nella Death Valley.

Riprendiamo il corso ed iniziamo la discesa prima lenta, poi, praticamente, un atterraggio, con tutti gli ammmmericani coi macchinoni che si sono fatti 10 miglia sempre coi freni tirati... un meraviglioso odore di pastiglie cotte aleggiava nell'aria. Fortunatamente la Caddy in modalità Sport ha il cambio sequenziale, quindi marcia bassa, cruise control e giù di freno motore...

Arrivati a valle, sui 1400 m. ci fermiamo ad ammirare il Mono Lake, un lago chiuso, senza immissari ed emissari, ricchissimo di minerali e con la caratteristica di avere formazioni tipo stalagmiti che si ergono a riva e nell'acqua. Queste torri sono delle antiche sorgenti che si sono prosciugate ed hanno lasciato solo i sedimenti dei minerali.



Riprendiamo la via ed inizia una zona desertica, strada dritta, roccie e limiti alti (60 mph).

Si risale, poi si riscende, poi si risale, tra panorami rocciosi e desertici che si alternano finché, con la temperatura ormai oltre i 100°F siamo prossimi all'ingresso della Valle.



La prima sosta è Stovepipe Wells, caratterizzata da una zona di dune di sabbia dove ci incamminiamo per fare qualche foto al tramonto. Molto bello e suggestivo, anche se non dimenticherò mai il calore del vento che, stando a quanto raccontava la Caddy era a 116°F pari a circa 46,67°C praticamente un Phon da 1600W acceso in faccia. La sensazione più strana, oltre al non trovare refrigerio in nulla, anzi, era il calore attorno agli occhi, come se l'umor vitreo si stesse scaldando!



Torniamo nell'abitacolo semi climatizzato, per evitare troppi sbalzi termici, clima acceso e tettino aperto a compasso...

Raggiungiamo il Furnace Creek Ranch, il nostro hotel, un oasi con le palme nel deserto, ormao è buio ma il caldo non cessa nemmeno un pochino, il termometro è sceso a 110°F... che freschetto!

Prendiamo l'alloggio, carino, con vista sull'immancabile campo da Golf ci facciamo una doccia calda (l'acqua fredda non esce!) e andiamo a cena.
Anche qui, come allo YOsemite, vige il monopolio e valgono le considerazioni fatte in precedenza. Unico difetto la temperatura della sala... praticamente sotto zero. Morale della favola, Sara si becca un bel raffreddore!

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08.07 - Yosemite





Il parco inizia a poche miglia dall'hotel e l'ingresso settimanale costa 20$. Paghiamo ai Ranger ed entriamo.
Il bello, almeno per me, è che le "attrazioni" principali sono raggiungibili in auto. Iniziamo quindi da una bella cascata, poi un'altra. Facciamo diverse miglia per raggiungere la zona di Wawona, nota per le sequoie giganti. La strada è bella e panoramica, peccato per i limiti di velocità della California che sono da suicidio! Per allungare un po' i già dilatati tempi di percorrenza ci sono dei lavori in corso sulla strada che bloccano ogni tanto e ti lasciano fermo per 15' prima di concederti di toccare la 20 miglia all'ora su pezzi sterrati...



Arriviamo tra soste tattiche e meno tattiche a Wawona e l'impatto con le sequoie è impressionante! Sono veramente giganti! Ma non abbiamo ancora visto nulla. Decidiamo, sempre per evitare il trekking di prendere una specie di bus che fa fare il giro del parco con soste vicino agli alberi più significativi.



Veramente molto bello, non fosse per il bus che in alcuni pezzi si trsforma in un rollercoaster e ti spacca reni e chiappe!
All'ultima sosta, si può scegliere di rientrare a piedi, una mezzora di cammino... si può fare. Facciamo così una conosenza approfondita delle sequoie e qualche foto di rito.
Finito il tour del parco, si torna in hotel, doccia, cena, aggiornamento blog e valigie che domani ci aspetta la Death Valley!

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07.07 - Da S.Francisco a Yosemite




Ritirata la nuova auto alla Hertz, una scintillante e nuova di pacca Cadillac SRX4 (per i meno avvezzi il nuovo SUV medio della Caddy) facciamo un giretto per la città con metà, finalmente, il Golden Gate che ancora non siamo riusciti a vedere bene.
Colgo l'occasione per far presente che abbiamo noleggiato due "miti" delle 4 ruote statunitensi, la Ford Mustang ed una Cadillac, tanto per non farci parlar dietro! La Caddy, noto con affetto che (e qui parlo agli addetti ai lavori) ha i gruppi ottici posteriori che accennano un richiamo alle pinne posteriori delle Cadillac storiche!
Ma torniamo al Golden Gate, finalmente lo raggiungiamo, abbiamo fatto bene ad attendere di riprendere l'auto, perchè a piedi sarebbe stato impossibile!
E' davvero imponente, forse il colore rosso lo aiuta in questo e stranamente non ha nemmeno molta nebbia attorno.
Facciamo le foto di rito, da tutte le angolazioni, con e senza di noi... e poi si parte, lasaciamo la fredda costa per l'entroterra speriamo più mite.



Il percorso da SF a Yosemite è pazzesco per quante volte cambia il paesaggio.
Abbandonato il caos cittadino, passato il bay bridge (lunghissimo) e senza perdersi per il dedalo di incroci delle varie highway, inizia il percorso fuori città e in poche miglia ti ritrovi in mezzo a dorate colline di grano sormontate da filari di pale eoliche con la lingua grigia dell'asfalto che si svolge tra le cunette formate dalle colline stesse.


Questa highway è piuttosto trafficata ma scorrevole e non fai attempo a finire di gustarti le colline che inizi ad attraversare dei paesoni con immense concessionarie d'auto, fast food e gas stations che fanno da contorno.
E' ora di pappa passata da un pezzo ed un burger non ci starebbe male. Decidiamo che il cartellone che pubblicizza un certo Carl's Jr. È il più invitante ed effettivamente finiamo per mangiare il miglior burger fino ad oggi. Abbondante, succoso, con le patatine fritte "vere"... notevole insomma.
Ripartiamo, il tempo di fare "burp" per la cipolla del paninazzo ed ecco che il panorama è cambiato: ora siamo in mezzo a sterminati frutteti, intervallati dalla casetta prefabricata che vende la loro frutta. Si narra nelle guide che sia ottima, ma un po' perchè non è il mio cibo preferito, un po' perchè davanti a noi ci sono molte miglia, tralasciamo il prodotto locale e proseguiamo la nostra strada.
Si inizia a salire si quota, la vegetazione si fa più alpina e spuntano ruscelli e pini, roccie e prati verdi.
Continuiamo a salire finchè non arriviamo all'ultimo paese prima del parco.
Ci fermiamo un po' per vedere i negozietti locali, tutti sulla strada principale, un po' per sgranchire le articolazioni.
Buffo paese e buffi negozi che vendono praticamente solo cose per la casa o per il campeggio. Mentre il secondo genere merceologico è in tema con la zona, il secondo è assolutamente fuori luogo!

Arriviamo finalmente nell'area del parco, sbaglio hotel, ma poco male anche perchè il nostro è 10 miglia più avanti, più vicino all'ingresso del parco e più bello.

La camera non brilla per pulizia, forse perchè veniamo dall'Hilton, mentre qui siamo in un bel Lodge di montagna, ma ha tutti i comfort ed un terrazzino che affaccia sul roboante fiume che percorre la vallata.
Il fiume è tanto caratteristico quanto rumoroso e mi creerà qualche problema di sonno.



La cena si terrà nell'unico ristorante di zona, dove ovviamente c'è da attendere. Ci sorprendono con un eliminacode modernissimo per il posto in cui siamo (dove i cellulari sono in black out!), un disco di plastica che ti porti in tasca in tutta l'area dell'hotel e che quando è il tuo turno inizia a vibrare ed ad accendersi come un albero di natale intermittente.
La cena non è delle più economiche, ma d'altronde è la legge del monopolio , ma di buona qualità.
Poi a nanna che domani si gira il parco.

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venerdì 9 luglio 2010

06.07 - SanFrancisco


Lo shopping meriterebbe ore ed ore per la quantità di cose da comprare e per gli sconti e le occasioni che si incontrano. Sono più le volte che dici basta, non posso, di quelle in cui dici, ma si, me lo compro!

Oggi, dopo aver tentato in vano di raggiungere un punto di osservazione vicino al Golden Gate, ci siamo rassegnati a fare acquisti.



Il Golden Gate lo vedremo domani, appena presa la nuova auto, andremo prima di tutto li a fare qualche foto.

Sarebbe stato inutile fotografare l'interno di Macy's o di Bloomingdale, quindi di foto oggi ce ne sono ben poche...

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05.07 - San Francisco

Oggi, fondamentalmente abbiamo fatto una cosa: girare con i cable car avanti ed indietro... è un punto di vista della città fantastico



Tra una corsa e l'altra siamo stati anche alla cattedrale, a vedere due punti panoramici pazzeschi, sia per la vista sia per la fatica fatta per salire!

Ci sono per oggi tante foto della città... da vedere!

La sera, provati nel per le salite affrontate e per lo sforzo di rimanere attaccati ai tram, ci siamo recati a Berkley, dall'altra parte della baia, sopra Oakland, dove c'è un famoso ristorante "Chez Panisse" presso il quale abbiamo goduto di un ottima cena regalataci dagli amici Rick e Tory di New York per il matrimonio.
Posto delizioso e cucina squisita, cameriere parmigiano, evidentemente gay, trapiantato in california da 20 anni che ci ha guidato nella cena forse contento di poter parlare la sua lingua.

Peccato che domani sarà l'ultimo giorno qui, ma c'è ancora tanto shopping da fare!

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04.07 - San Francisco

Ok, siamo a San Francisco... ed ora che si fa?

Beh, per prima cosa, molto a malincuore, riconsegnamo la nostra prestigiosissima Mustang Convertible... è difficile separarsi da un gioiellino come questo... vabbe, la lasciamo alla vicina Hertz nelle mani di un portoricano che parla un inglese tutto suo, sbrigo le pratiche di riconsegna ed usciamo.

Toh, guarda, siamo nel pieno dell'area shopping di Frisco... non è il caso di cominciare a spendere e spandere... non ragioniam di lor ma guardiamo e passiamo... Dante mi perdonerà la licenza.

Una breve digressione la merita l'hotel, siamo in una magnifica stanza della torre 1 dell'Hilton in 'O Farrel Street al 42esimo piano con vista sul Golden Gate, sulla parte ovest della città e Twin Peaks... e le tende si aprono col telecomando! Sembra di aprire il sipario sulla città... piccole cose che rendono felice un viaggiatore...



Ma torniamo alla città, evitato lo shopping, ci imbattiamo subito nello scampanellio della prima Cable Car che si inerpica sulla salita davanti a noi. E' il 4 luglio, festa nazionale, il famoso Indipendence Day, tutti i negozi apriranno più tardi e soprattutto... SCONTI PER L'EVENTO!!!

Ancora shopping... dobbiamo resistere... dobbiamo... deve resistere... cerco di distrarre Sara portando la sua attenzione a cartine, guide e quant'altro a disposizione. Qui ci dobbiamo tornare più tardi, grida. Qui fanno il 50%, sbraita... va bene, me la cavo perchè sono ancora chiusi!



Visto che siamo ancora freschi di NY, per non c'è America senza grattaceli, ci dirigiamo quindi al Financial District, la zona degli uffici, l'unica con i grattaceli, che fatta eccezione per il Tranzamerican Pyramid building non sono paragonabili a quelli della Grande Mela. Ma per un italiano sono comunque altissimi e bellissimi!



Le cable car non sono l'unica caratteristica, su Market Avenue, la stradona che taglia la città dividendola tra North e South è percorsa da tram che sono stati donati da varie città del mondo, ce n'è uno di NY e persino uno arancione di Milano, con tanto di stemma del comune e scritta "Entrata".

Buffa città, buffi gli americani. Eh si, gli americani che non fanno altro che mangiare qualsiasi cosa a qualsiasi ora e bere, bere, bere roba gassata e gelata! Evviva il colon irritabile!

Altra caratteristica di Frisco che salta subito agli occhi, è la quantità esagerata di homeless che ci sono... si, gli homeless, i barboni, i pancabestia, chiamateli come volete. Sono principalmente bianchi e neri, estremamente sporchi e non avete l'idea dell'odore che emanano. Non è per fare i fighetti, ma S. Francisco è una città ventosa e vi posso assicurare che se siete sotto vento ad uno di loro, te ne accorgi a decine di metri di distanza! Disgustoso, poveretti, non è colpa loro, la cosa inqueietante è la quantità, sono tantissimi e sono ovunque a qualsiasi ora.

Ma torniamo alle note piacevoli e profumate della città. Finalmente riusciamo a capire come fare a prendere un Cable Car senza fare ore ed ore di fila.
Ai capolinea, infatti, si raggruppano centinaia di persone in fila, famiglie con bambini, ciccioni (e ce ne sono tanti, credeteci!), coppie in luna di miele... ore ad attendere di salire sul trenino...
Beh, vi do una dritta, salite qualche fermata più avanti a piedi e monterete sulla carrozza praticamente senza problemi. Ovviamente, come da copione, in piedi attaccato fuori. Da qui il detto "attaccati al tram"...
La corsa costa uno sproposito, 5$ a persona a tratta... ma si può fare il Muni Passport per 3 giorni a 20$ con cui prendere anche metropolitana e bus.

Il primo giro è divertente e ci porta ai moli, alla zona dei locali e dei ristoranti. Qui vediamo la famosa Ghirardelli's Square, un complesso di palazzi attorno ad una piazza dove c'era la fabbrica di cioccolato ed ora c'è il negozio ed il bar... tutto a base di cioccolato.

Decidiamo di rimanere in zona in attesa dei fuochi verso le 21.00 o 9.00 PM che dir si voglia.

Mangiamo un ottimo burger (gigantesco) con patatine e birra (tanto la macchina l'ho riconsegnata!)... il tempo di un paio di sigarette ed ecco che al calare del sole, lo speaker annuncia alla cittadinanza l'imminente inizio dei fuochi d'artificio per il 4 luglio.

I fuochi non saranno una cosa eccezionale, ne abbiamo visti di meglio, ma li ha resi particolari la musica di sottofondo, dall'inno americano, alle varie marcette note e tipicamente americane. Inoltre, visto che come al solito era calata la nebbia sulla baia, i fuochi più alti esplodevano in mezzo alla nebbia illuminando di luce colorata e diffusa porzioni enormi di cielo. Bello!

Infreddoliti, torniamo all'hotel a piedi in mezzo a centinaia di persone che andavano anche loro a piedi. Il traffico era letteralmente impazzito e l'odore di frizione bruciata dalle auto sulle salite aveva inondato l'aria.

Ed anche il 4 luglio è andato!

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03.07 - Alcatraz


Che dire di Alcatraz, il fascino sprigionato da "The Rock" è enorme, merito sicuramente della lunga serie di film che l'hanno vista protagonista.
Probabilmente la prigione per eccellenza, così come Fort Knox è il posto più sicuro.



Partiamo alle 18.45 con la nave dal Pier 31 con un sole accecante che rende praticamente impossibile fotografare il Golden Gate. Acqua della baia non molto agitata, vento fortissimo. Questo non è negativo in quanto con questo vento si vedono molte barche a vela che se la godono, alcune veramente interessanti, scafi degni di nota!



L'avvicinamento all'isola è veloce e commentato dalla guida, subito saltano alla memoria le scene dei vari film, primo fra tutti The Rock con S. Connery e N. Cage che riprendeva l'isola nelle condizioni attuali, quindi sembrava veramente di arrivare sul set.
Gli edifici secondari sono ormai dei ruderi ma hanno una forza simbolica enorme.

Attracchiamo e ci accoglie una guida dal forte accento Californiano (eh si, ormai riconosciamo pure i dialetti!) che ci illustra il cammino che faremo ed iniziamo l'ascesa al carcere che si trova sulla sommità della rocca.

Entriamo dalla porta dove passarono personaggi del calibro di Alphonse "Scarface" Capone e molti altri cosiddetti "nemici pubblici" e subito abbiamo l'impatto con la scritta "se infrangi le regole, vai in prigione. Se infrangi le regole della prigione, vai ad Alcatraz".
Come incipit, non è male...



Accediamo al "guardaroba" ovvero il posto dove i carcerati venivano spogliati dei loro averi
e gli veniva fornito il necessario per il soggiorno.
Nella stessa stanza ci sono le doccie, una batteria di docce con saponetta inclusa... non quella pericolosa, quella da non far mai cadere, qui era pieno di guardie e non avvenivano "prese di forza".

Ci appioppano il classico apparecchietto con le cuffiette che ci accompagnerà per le celle.
Saliamo e qui inizia tutta la visita delle celle, col racconto dei vari tentativi di fuga e di rivolta, con il racconto della orribile e ripetitiva vita del detenuto; cosa facevano le guardie, com'erano vestite; quali sono stati i direttori e come si sono comportati.

Vediamo le celle dei detenuti importanti e quelle di isolamento; la "mensa" con il porta coltelli in cucina in cui ad ogni coltello corrispondeva una figura in modo da capire subito se ne mancava uno...

Ci accodiamo poi ad una guida che ad un numero limitatissimo (16 persone) fa accedere ai
locali dell'ex infermeria. Ci fa entrare e si chiude la porta dietro le spalle... a chiave!!
Questa zona, tanto per capirci, era il quartier generale dei terroristi nel già citato film "The Rock".
Oltre a ricordare il film, ci sono ancora diversi strumenti, come il tavolo operatorio, la macchina per i raggi X, le vasche da bagno per l'idroterapia, sedie a rotelle, varie ed eventuali.
L'atmosfera è inquietante, sarà per via delle poche persone, sarà perchè in parte delle stanze non ci sono le luci e la guida è munita di lampade portatili.
Il giro dura poco, 10' al massimo, poi ci fa scendere di corsa per le scale perchè inizia la dimostrazione dell'apertura e chiusura delle celle.

Tralasciando la prosopopea del tipo che illustrava il funzionamento, il marchingegno che le aziona è davvero incredibile. Meccanicamente, azionando solo due leve e qualche gancio, permette di aprire e chiudere una, due o più celle contemporaneamente; una si apre, due si chiudono; quattro si aprono, una si chiude... insomma, un capolavoro di meccanica!

Tutto ciò, condito da quel forte rumore metallico che rimanda a moltissimi film non necessariamente su Alcatraz, mi viene in mente sulle ali della libertà, per esempio.

Ha ripetuto apertura e chiusura, col forte rumore metallico, almeno dieci volte, questo per farci capire cosa sentissero e provassero i detenuti almeno 4 volte al giorno.

La visita è finita, lasciamo l'isola con un fondo di amarezza e malinconia, forse per il luogo, forse per quello che ha significato, forse per tutto l'insieme... vabbe, ma sullo sfondo c'è una San Francisco tutta illuminata e da scoprire, su col morale!

A domani!

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martedì 6 luglio 2010

03.07 - da Morro Bay a S. Francisco

Partiamo dopo una brevissima sosta a Morro Bay poi prendiamo la Route 1 direzione nord, ovvero, non facciamo l'autostrada ma la strada costiera.

Scappottati con la nebbia e 14 gradi, ci avviamo direzione nord e ci fermiamo dopo un centinaio di miglia per vedere la zona con gli elefanti marini.
Questi animali sembrano così rilassati, se la dormono beatamente sulla spiaggia e l'unico sforzo è di ricoprirsi, ogni tanto, di sabbia calda.



Qualcuno si da da fare in mare, non capiamo se lottano o amoreggiano, sono comunque molto rumorosi.

Sara sembra una bambina allo zoo e fatico a portarla via...

Lungo la strada si incontra qualche punto di ristoro, tanta nebbia, tanto vento e qualche punto di vista panoramico.

Per il resto, la velocità media è molto, troppo bassa per la strada da fare... eh si, perchè stasera a S. Francisco abbiamo la crocera sulla baia con visita di Alcatraz alle ore 18... e visto che è pagata, non vorremmo perderla.

Diciamo che da buon italiano, su un auto sportiva, con oltre 300CV sotto il sederino mi do da fare su qualche pezzetto un po' divertente... becchiamo ad un tratto altre due auto che diciamo "eccedevano" un pochino i limiti e je damo sotto... ovviamente senza esagerare anche perchè la Mustang, come gli dai gas vola ad 80/100 miglia all'ora in un attimo!

Arriviamo ad un tratto dove ci si può ricongiungere con la PCH 101 e via di highway!

Arriviamo a S.Francisco alle 16.45, in tempo per prendere la camera all'Hilton, mollare l'auto al Car Valet (che poi scopriremo costare 55$ al giorno!!!!!), cambiarci e prendere un taxi al volo per i moli d'imbarco.

La gita ad Alcatraz merita un capitolo a se.

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02.07 - Morro Bay

Abbiamo deciso, dobbiamo stare solo un giorno intero a Morro Bay e merita di essere visitato con attenzione...

Prendiamo confidenza con la struttura dell'hotel, molto molto bella e poi ci tuffiamo nella colazione a buffet dove, come da tradizione, non facciamo prigionieri!

Il paesino di Morro Bay, lo abbiamo girato un po' tutto ieri sera alla ricerca di cibo ed il fulcro del paese è l'Embarcadero, che detta in italiano sarebbe il lungo mare.

Qui si susseguono negozi e ristoranti per tutta la sua lunghezza e sono uno più carino dell'altro.

I negozi vendono principalmente giacconi e felpe... forse perche in piena estate la sera si scende a 12 gradi? Può essere, considerando che ogni turista è riconoscibile dalla felpa o dal giaccone con scritto Morro Bay, questa merce probabilmente genera il 99% del PIL del paese...

La prima cosa che facciamo è andare sotto la roccia che identifica il paese e ci facciamo una bella passeggiata sull'adiacente spiaggiona sull'oceano. Qui c'è di tutto, surfisti, ciclisti, turisti, ecc...



Poi rientriamo verso la zona commerciale ed inizia la promenade.

Ovviamente i negozietti ce li facciamo tutti fino alla fine... ma alla fine della fine... a me viene fame!

Ricordo che all'inizio avevo visto un posto carino che pubblicizzava Fish & Chips ed è il ristorante del fish market Giovanni's...



Tutto è così ordinato: fila per ordinare e pagare, numeretto, ti siedi e ti chiamano quando il tuo vassoio è pronto.

Le porzioni però sono americane e facciamo fatica (non è vero) a finirle. Ecco cosa ci siamo divorati:
- 2 ostriche crude
- Combo & Chips (un misto di pesce, calamari, seppie, ecc fritti e patatine)
- Calamar & Chips (per andare sul sicuro)
- 2 avocado (che abbiamo scoperto essere un ottimo metodo per pulirsi la bocca dal sapore di fritto)

Da bere? Bud per me e Coca per Sara... non male eh!

Ricomincia la processione per i negozietti, nel cala la temperatura e si alza il vento.

Alle 17 siamo in hotel, prenotiamo il ristorante per la sera e ce ne andiamo in camera dove scatta l'idromassaggio.

Alle 20, rintronati dall'acqua calda e dalle bollicine (sia quelle dell'idromassaggio, sia quelle di uno champagne locale che ci hanno offerto nella lobby) ci sediamo a tavola.

La serata prosegue in hotel, all'insegna del relax... domani si parte per S. Francisco!

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01.07 - da L.A. a Morro Bay

Lasciamo di buon ora lo Sheraton Delphina di S. Monica per dirigerci verso L.A... chi ha visto la cartina si chiederà perchè andare a sud quando Morro Bay, la nostra metà è a nord? La risposta è semplice, Sara si è fatta promettere un "ripassino" della zona di Beverly Hills. E così iniziamo da un negozio che era citato in non so bene quale guida su Melrose avenue per poi tornare nella zona tra Rodeo Drive e Beverly Wilshire.

Ad un certo punto, come dicono a Los Angeles "s'è fatta na certa" e riusciamo ad imboccare la 101 Pacific Coast Highway direzione North!



Tra un negozio e l'alto, però, s'è fatta anche ora di pranzo ed io che devo guidare ho bisogno di energie!

Ci fermiamo casualmente all'altezza di Malibu in un posto con un pontile che ci ispirava e le attese sono confermate.
Vista mozzafiato sull'oceano e cibo ottimo. Sara si prende un piatto col Tuna fish che di fatto erano due tagliate di tonno dentro dei panini... ottimo!



Ah, dimenticavo, passa sopra di noi anche un dirigibile, cosa che non vedevo volare dai tempi del Goodyear a Roma... ed ero piccolo...

Riprendiamo la via del nord e ci fermiamo spesso a fotografare surfisti che fanno le loro evluzioni tra le onde gelide del Pacifico.

Il viaggio prosegue, stiamo sempre "scappottati" anche se la temperatura non è propriamente mite... Ad un tratto la strada piega all'interno e ci porta tra vigneti colline che sembra di stare in Toscana... una Toscana "stirata" e allungata, vista l'estensione di queste vigne...

Raggiungiamo Los Alamos e siamo presi dalla tentazione di uscire dalla Highway per vedere com'è il paese... beh, abbiamo fatto bene... è il prototipo del paese americano dell'interno, diciamo un'anteprima di quelli che vedremo nei prossimi giorni quando lasceremo la costa.
Los Alamos, una strada, un motel, un drugstore, una stazione di "police" ed un distributore di benzina... ah, si, dimenticavo una manciata di case tirate li a caso!
Fichissimo, sembra "radiator spring" di Cars...

Ma la meta è ancora distante e riprendiamo la PCH 101 (Pacific Coast Highway) anche se paesaggisticamente il resto del viaggio è meno exciting e di filato arriviamo a Morro Bay.

Arriviamo che il sole tramonta ed il posto sembra subito molto bello, con un rumore fortissimo di sottofondo che capiamo poi provenire dagli alberi della adiacente riserva faunistica carichi di nidi di anatre e cormorani... almeno sembra, non sono pratico di uccelli (e non fate facile umorismo!).

La camera che ci danno, una volta saputo che trattavasi di Honeymooners, è decisamente super!
A Sara piace subito perchè si presenta con colori e stile molto "nostri". Il letto è comodissimo, c'è un "finto" camino a gas che si attiva a piacimento che è romantico e funzionale allo stesso tempo (fa sempre un freddo pazzesco, siamo arrivati che l'auto indicava 12°C), un bel bagno grande e... terrazza con Jacuzzi...

A questo punto, sono le 21... andiamo a cena... si 'na parola (sempre come dicono a Los Angeles)... a Morro Bay alle 21 chiudono, all'unisono, tutte le cucine!

Giriamo in lungo ed in largo, tutte le strade ci portano da un italiano che fa la pizza. Non mi soffermerò su come fa la pizza (per tutelare gli stomaci più delicati) ma alla fine mi rifiuto di mangiare quella roba e ce ne andiamo...

Ok, ma dove? Troviamo un market aperto che conteneva ettolitri di alcol sotto forma di birra e superalcolici... tra le varie cose ha un frigo con nell'ordine:

- becon fresco... ma scaduto da due mesi
- olive verdi... forse una volta
- del formaggio a fette affumicato... non scaduto e che prenderemo
- un salame da affettare ricoperto di pepe nero... non scaduto e che prenderemo.

Salame e formaggio nel panino sintetico da hamburger sarà la nostra cena, accompagnata da una lattina over size di birra messicana!

A domattina!

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sabato 3 luglio 2010

01.07.... e questo sarebbe un blog di SPAM??

Che cosa sono i blog di spam?

"Così come accade per molti altri strumenti di grande potenza, i servizi di blog possono essere anche utilizzati in modo improprio. La facilità con la quale Blogger permette di creare e aggiornare le pagine Web, incoraggia un comportamento conosciuto con il nome di link spamming. I blog in cui ciò avviene sono chiamati blog di spam e sono riconoscibili per la presenza di testo irrilevante, ripetitivo o senza senso, nonché di un gran numero di link che solitamente portano a un unico sito.

I blog di spam causano vari problemi, oltre alla perdita di tempo in cui si incorre quando vengono visualizzati. Possono intasare i motori di ricerca, rendendo difficile l'individuazione dei contenuti che si stanno cercando. A volte si appropriano dei contenuti di altri siti Web utilizzando il testo creato da altre persone e proponendolo come informazioni proprietarie. Se un sistema automatico crea un numero eccessivo di post di spam, questa attività può avere un impatto sulla velocità e sulla qualità del servizio per gli utenti che lo utilizzano in modo legittimo."

Lo sapevate? Beh, noi no!

Come vi abbiamo scritto via email, siamo stati bannati perchè "pensavano" che il nostro fosse SPAM! Ma quale SPAM e SPAM, qui si viaggia! E sul serio!

Detto ciò, a breve l'aggiornamento della giornata di viaggio verso Morro Bay!

Ciao E&S

30.06 - Los Angeles


Il tempo è ancora molto grigio ma ciò nonostante andiamo a vedere il centro di L.A. ovvero il primo insediamento da cui si è sviluppata la città, la zona messicana di El Pueblo.

Va detto a questo punto della storia, che le batterie delle fotocamere non sono infinite... e se non si acquista l'adattatore per le prese della corrente non si può ricaricare... morale della storia la Nikon era "out of order".

Come se non bastasse, nello scaricare i filmati della videocamera si devessere incasinata la scheda di memoria; e che ci vuole, direte voi, basta formattarla... si, è vero, lo fa direttamente la videocamera stessa, ma (c'è sempre un ma!) non lo fa se non è attaccata alla corrente!!!! Arimorale... se non hai l'adattatore sei finito.

Ed ecco che dalle tasche spuntano, fedeli e sempre carichi, i 3 nokia di casa: L'evergreen N70, l'E61i ed il nuovo 5230 di Sara... faremo foto e video con questi oggetti! Ah, sono sempre carichi perchè ho portato i caricabatterie da auto ;-)

Eravamo ad El Pueblo, ma a me dava fastidio avere la Nikon scarica, chiediamo dove poter acquistare il benedetto adattatore e si ci mandano a Little Tokio in un negozio "ben fornito". Peccato, ha chiuso a maggio, ma delle formichine giapponesi sono ancora dentro ad inscatolare roba, bussiamo ed apre un tizio che ovviamente non ha ciò che ci serve.
Poco male, siamo qui e passeggiamo per il quartiere... ben presto ci accorgiamo di essere gli unici "occidentali" per strada, è pazzesco! I negozi vendono, sushi, Hello Kitty e Katane!

Traversata Little Tokio, torniamo ad El Pueblo, stavolta per visitare le sue vie. E' una comunità molto piccola.
Nella piazzetta c'è la prima stazione dei Vigili del fuoco di L.A., ormai museo, dove ci accoglie un vecchietto che in un italiano direi perfetto per un americano ci racconta la storia... l'anziano, per la cronaca, aveva i genitori di Alessandria e l'accento piemontese gli è rimasto!



El pueblo è buffissimo, a pochi isolati dal giappone, ti trovi immerso nel messico... a questo punto, dai colori dei sombreri e delle chitarrine, ci dirigiamo verso i colori delle pagode cinesi di Chinatown.

Il visitatore viene accolto da un portale con due dragoni dorati e da li inizia uno stradone di circa un miglio con edifici "normali" ed edifici in stile tempio cinese... ovviamente non mancano fast food cinesi (dagli odori osceni!) e negozi che vendono cineserie, ovvero, la qualunque di pessima qualità!

Stanchi delle culture "alternative" decidiamo di fare un bagno di lusso e benessere a Long Beach...

Non so se l'abbiamo già detto, ma le distanze qui a L.A. sono veramente imbarazzanti, per spostarti da una parte all'altra, partono facili 20 o 30 miglia, che moltiplicato 1,6 fanno tanti Km... ed il traffico? Meriterebbe un capitolo a parte!
Ma la nostra Mustang Convertible ne ha di strada da fare e Long Beach arriva in fretta (si fa per dire... Speed Limit 55 MPH!)

Long Beach è un posto fichissimo... la marina è strepitosa, curata nei minimi particolari e sullo sfondo si staglia maestosa la Queen Mary, il transatlantico che prima e dopo la seconda guerra mondiale solcava l'atlantico tra Southempton e NY sulle orme del Titanic.
Oggi quella splendida nave è ormeggiata per sempre ed è uno degli hotel più lussuosi di L.A.



Il pasto, perchè ogni tanto ci si nutre pure, è molto "american style" e molto piacevole, data la splendida cornice.

Lasciamo dopo pranzo Long Beach per andare a vedere Venice Beach, lo spiaggione che appare in tutti i film ammmmericani...
beh, sarà che non c'è il sole, sarà che non siamo in costume, ma a noi ci pare un vero schifo!!
Pieno di perdigiorno e tossici, negozi che vendono solo robaccia o fanno tatoo e piercing... mah... nei film è tutta un'altra storia!

Ma l'ora di cena si avvicina e viste le distanze, sarà meglio muoversi... si ma... per dove?

Sara vuole violentemente tornare in zona Rodeo Drive, Beverly Hills... chissà com'è... decidiamo così di andare in un ristorante che consiglia la guida (solo due $$ che per la zona è miracoloso!), sulla parallela di Rodeo Drive e che alla fine della fiera ci fa uscire soddisfatti ed appagati.



Ah, un piccolo appunto per gli appassionati di auto... Beverly Hills di giorno è già un bel vedere, ma la sera esce veramente di tutto! Ho visto cose che pensavo esistessero solo sulle riviste! Ed il suono dei V8, V12 e W16 non è che musica allo stato puro!

Si si, ho detto W16... qualuno dubita che fosse una Veyron?

Vabbe, torniamo a Santa Monica, domani si parte per Morro Bay, il viaggio comincia!

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giovedì 1 luglio 2010

29.06 - Los Angeles

Il risveglio è gagliardo e tosto, stiamo benissimo! Il letto comodo ha fatto il suo dovere e siamo svegli e ritemprati!

La colazione in hotel non è il massimo, perciò da domani la faremo da qualche altra parte. Lasciato l'hotel "promenade" di Santa Monica, una zona commerciale di circa 3 isolati con negozi e cafè. L'obiettivo è di trovare il negozio di T-Mobile per acquistare le schede prepagate dei cellulari e di trovare l'adattatore per le prese della corrente (attenzione che questo dettaglio tornerà più avanti).

Facciamo una passeggiata per la promenade ed il richiamo dei negozi è tale e quale alle sirene per Ulisse... ovvero io "ulisse" resisto, Sara cede miseramente ed impazzisce!
GAP, Abercrombie, J.Crew, come fare ad ignorarli?

Riesco a portarla via e ci dirigiamo verso Berverly Hills dove percorriamo Sunset Bulevard fino alla zona dei "ricchi", verso Bel Air. Con la Mustang Convertible non sfiguriamo, al più ci scambiano per "amici" di qualcuno, di certo non per residenti... eh si, qui se l'auto non costa almeno 150.000$ più personalizzazioni non sei nessuno!

Scendiamo dalla collina su Rodeo Drive, dove parcheggiamo di fianco all'hotel Beverly Wilshire... ricordate Pretty Woman? Bene, siamo qui...

Visto l'albergo (e sfruttatone il bagno per fare pipi) facciamo un giro veloce per Rodeo Drive... una corta versione di Via dei Condotti.



Il pranzo si svolge da "Nat 'n Al", un classico locale all'americana che ci consiglia la guida... in effetti il cheeseburger è da paura!

Ci spostiamo quindi su Hollywood Boulevard, per la Walk of Fame... stelle, stelle ed ancora stelle... ci sono proprio tutti, non manca più nessuno, solo non si vedo i due leocorni...

Stanchi dal fuso e dalla camminata, rientriamo a Santa Monica dove, da ieri, volevo mangiare l'aragosta! Finiamo così in questo locale molto carino e tipico dove ci spariamo due aragoste da mezzo chilo l'una!

OTTIMO... ora a nanna.

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28.06 - Los Angeles

Come dire, meglio tardi che mai. Purtroppo avere il wifi qui è meno immediato di quanto pensassimo... ma alla fine ce l'abbiamo fatta

Arrivo a Fiumicino puntuali, con 3 ore d'anticipo sul volo come da copione. Il volo è Alitalia, quindi, già in ritardo di 30'.

Ma non fa nulla, stiamo partendo per il Viaggio di nozze!

Giriamo per il Terminal ed i suoi negozi fino a che non imbarchiamo e qui inizia il calvario... quasi due ore fermi nell'aereo in attesa del decollo.

Non possiamo dire che le quasi 15 ore seduti, tra attesa, decollo, volo ed atterraggio siano passate con leggerezza... è stato devastante!

Arriviamo a L.A. ed in rapida sequenza svolgiamo le attività doganali, il controllo passaporti e ritiriamo il bagaglio.

All'uscita dall'aeroporto ci sono pulmini o grandi bus (a seconda dell'importanza della compagnia di rental) che portano i viaggiatori ai vari parcheggi per ritirare l'auto a nolo.
Arriva il bus della Hertz, tutto giallo che ci porta a ritirare la nostra Mustang Convertibile con cui raggiungiamo l'hotel a Santa Monica.



Presa la camera ci spariamo un paio d'ore di sonno, solo per istinto di sopravvivenza, ma alle 20.00 siamo già pronti ad andare verso l'oceano...

Arrivati al Pier di Santa Monica, facciamo qualche foto e due passi tra la sabbia ed il pontile. Alle 21 decidiamo di mangiare ma le forze cominciano ad abbandonarci... riusciamo a prendere solo dei leggerissimi gamberi fritti che sicuramente ci aiuteranno a dormire!

Ah, dimenticavo, per andare a dormire, dobbiamo percorrere quasi 1km in leggera salita... ma tanto ormai...

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mercoledì 26 maggio 2010

Viaggio di Nozze di Emilio & Sara


Benvenuti nel nostro nuovo blog, creato per potervi aggiornare sul nostro viaggio di nozze.

Cercheremo di aggiornarlo in tempo reale, confidando nella disponibilità delle reti wifi negli hotel e nelle capacità del nostro piccolo Fiocco di Neve, il netbook Samsung NC-10 che ci accompagna da un anno nei nostri viaggi.

Il viaggio seguirà il seguente itinerario:

28.06 Volo Alitalia Roma FCO - Los Angeles
28.06 - 01.07 Santa Monica (L.A.)
01.07 - 03.07 Morro Bay
03.07 - 07.07 San Francisco
07.07 - 09.07 Yosemite Ntl Park
09.07 - 10.07 Furnace Creek, Death Valley
10.07 - 11.07 Las Vegas
11.07 - 13.07 Bryce Canyon
13.07 - 14.07 Monument Valley
14.07 - 16.07 Grand Canyon
16.07 - 17.07 Las Vegas
17.07 - 20.07 San Diego
20.07 - 21.07 Los Angeles
21.07 - 22.07 Volo Alitalia Los Angeles - Roma FCO

A presto con la prima tappa del viaggio!

Emilio & Sara