venerdì 23 luglio 2010
14.07 - Da Monument Valley a Grand Canyon
Lasciamo Kayenta di buon ora per intraprendere quella che sarà la tappa più lunga e con più posti da vedere.
Fa caldo ma sopportabile ed i circa un ora siamo in posto che la guida suggeriva di vedere. Si tratta di un vecchio trading post, con annessa casa del commerciante ricca di oggetti provenienti da luoghi lontani. Bello, forse un po' noioso, ma interessante.
Ripartiamo e stavolta si tira dritti verso sud, destinazione Paint Desert e Foresta Pietrificata.
Arriviamo, sosta tattica ed io ne approfitto per un doppio cheeseburger con dentro di tutto, mentre sara si guarda i pezzetti di legno pietrificato dello shop.
Entriamo pagando come al solito il "pedaggio" al ranger e cominciamo con le soste nel parco. Purtroppo il sole è velato e probabilmente smorza i colori della terra che rimangono comunque sorprendenti per le sfumature e le tonalità.
Superato il "painted desert", sempre nello stesso parco si arriva alla Foresta pietrificata. I tronchi sono di dimensioni varie, piccoli e grandi, ancora piantati a terra o caduti e spezzati in blocchi. Ciascuno con con i lucenti colori della pietra dal nero al rosso, dal grigio al celeste, secondo i minerali che lo hanno impregnato.
Finito il giro del parco, la sosta allo shop per acquistare la sezione di un tronco d'albero pietrificato viene effettuata secondo il rito di ogni buon viaggiatore.
Ci spingiamo verso Holbrook, cittadina tagliata dalla mitica Route 66, purtroppo, sono passate le 17 o 5 pm che dir si voglia ed i negozietti che vendono la qualunque a tema Route 66 sono chiusi... forse meglio così, portarsi in aereo un cartello stradale sarebbe stato complicato!
Proseguiamo verso la prossima meta, il cratere della meteora, un "buco" profondo oltre 200m e largo 1,2km formato dall'impatto di un meteorite 50.000 anni fa.
L'effetto che fa dal ciglio del cratere è impressionante e per dare un'idea delle dimensioni, sul fondo c'è il cartonato di un astronauta di un metro e novanta e bandierone americano 6x3... se non ci fosse stato scritto, non li avremmo mai visti! Nemmeno il 135mm della Nikon li rende decentemente visibili... è veramente enorme!
La passeggiata sul ciglio del cratere si conclude con un museo ed un'esposizione che spiegano come, quando e perchè dell'evento che ha originato il "buco".
Riprendiamo la strada e tra foreste, deserti e buchi, anche quello nello stomaco s'è allargato... raggiungiamo (a fatica, tra stanchezza e fame) Winslow un'altra cittadina sulla Route 66 dove ci sono diversi locali mangerecci. Quello che indicava la guida è già chiuso, ma sono appena le 21!
Girelliamo un po' per quei negozietti monotematici che ad Holbrook erano chiusi (senza acquistare cartelli stradali) e troviamo un locale dove si mangia e c'è un cantante folk (molto folk!) che suona passando dai Beatles a Springsteen a cantanti noti solo ai bifolchi locali!
Mangiamo l'ennesimo burger, senza birra perchè devo guidare... e non c'è nulla di peggio che addentare un perfetto paninazzo, con sottofondo folk, sulla Route 66 senza bere nemmeno una birra... e vedere sul tavolo dei vicini una schiumosa e freddissima caraffa da 3 litri di Budweiser!
Dato che "s'è fatta 'na certa", va bene che la strada per il Grand Canyon è ora tutta dritta, e quando dico dritta non intendo senza deviazioni, ma senza manco 'na curva, decidiamo quindi di incamminarci e raggiungeremo l'hotel alle 23 passate.
PER LE FOTO DELLA GIORNATA, CICCA QUI.
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